Pompei

Pompei è una citta millenaria , le cui testimonianze arrivano direttamente dal 79 dopo Cristo , quando ci fu la terribile eruzione raccontaci da Plinio il Giovane e passata alla storia per aver sepolto la citta e la vicina Ercolano.

Oggi è una delle mete di turismo cultuale più diffuse .Per raggiungere questo tesoro, patrimonio dell’Unesco , è ben collegata a Napoli . Dista infatti  appena venti chilometri da Napoli, è un luogo molto carino e ricco di storia ma è la presenza degli scavi archeologici che rende famosa in tutto il mondo.

Però dei primi tempi dell’esistenza di questa nuova cittadina noi purtroppo non sappiamo nulla, poiché gli sati sotto le case della citta romana non sono stati quasi mai raggiunti dalle ricerche archeologiche. Tutto quello che rimane è un nucleo di frammenti ceramici raccolti  in vari punti della citta, dopo svariato tempo pero la cittadina viene trasformata completamente da quello che era il vecchio stato. Vennero costruiti i primi templi sostenuti .

SANTUARIO

Fu edificato nel periodo compreso tra il 1876 e il 1891 per volere di Bartolo Longo su un disegno di Antonio Cua, nel XX secolo fu ampliato sul progetto di Spirito Chiappetta.

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La facciata del santuario fu progettata da Giovanni Rispoli caratterizzata da un doppio ordine: la parte inferiore presenta tre arcate mentre la parte superiore presenta nella zona centrale la Loggia papale mente nella zona in alto una statua della Madonna del Rosario realizzata da Gaetano Chiaromonte. Posto a sinistra è il campanile che si eleva per 80 metri, realizzato tra il 1912 e il 1925, presenta cinque ordini architettonici, al suo vertice troviamo una croce in bronzo e rame di circa 6 metri. Nella zona interna del Santuario possiamo ammirare numerosi mosaici, marmi, affreschi e sculture.In un primo momento fu progettato a navata singola e in seguito venne trasformato, precisamente nel XX secolo, a tre navate per ospitare i fedeli sempre più numerosi.Nella parte centrale troviamo la cupola, adiacenti quattro cupolini, caratterizzata da due tamburi sovrapposti. Il Museo custodisce un’ampia collezione di ex voto come ori, argenti, arazzi, arredi liturgici e numerosi oggetti di rilevante valore.

MUSEO VESUVIANO G.B. ALFANO

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Il museo venne inaugurato nel 1911 posto presso la residenza di stampo neoclassico di B. Longo, dove oggi possiamo ammirare oggetti personali quali una carrozza del 1834, timbri regali,

una scrivania, un arazzo della metà dell’Ottocento, un allestimento per una camera da letto e molte macchine tipografiche. Mentre è possibile ripercorrere la storia del Vesuvio e delle sue eruzioni grazie al materiale dell’osservatorio vesuviano che comprende oggetti recuperati da G.B. Alfano tra cui frammenti di lava, una collezione di minerali, cenere e bombe e quadri, stampe moderne e antiche, incisioni, fotografie ma anche carte topografiche, opuscoli che riproponevano alcune scene dell’eruzioni e alcune trascrizioni di lapidi commemorative dei vari eventi sismici. Possiamo anche trovare alcune riproduzioni di reperti archeologici tra i quali ricordiamo utensili ercolanesi, pavimenti musivi di Boscoreale e la Croce di Pompei.

SCAVI

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Presso una zona rocciosa creatasi in seguito a una antica eruzione è collocata la città di Pompei che fu completamente ricoperta da una pioggia di lapilli e ceneri lungo 6 metri di altezza in occasione dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.

In seguito a tale episodio e grazie allo stato di conservazione degli antichi edifici oggi è possibile visitare la città sotterranea. La prima cinta difensiva fu edificata verso la fine del VII e la prima metà del VI secolo a.C. che comprendeva una zona di circa 63 ettari. Nel periodo sannitico, verso la fine del V secolo a.C., la città di Pompei fu caratterizzata da un periodo propizio per lo sviluppo urbano che prosegue anche nei secoli successivi, infatti nell’80 d iviene una colonia romana denominata Cornelia Veneria Pompeianorum.

Nella città sono stati rinvenuti molti esemplari si edifici pubblici e privati che hanno favorito la ricostruzione della fisionomia della città antica ma anche le caratteristiche artistiche e quelle legate alla vita quotidiana.

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VINI

Il vino si chiama Villpompei_vino.pnga dei Misteri ed è unico al mondo. E’ a base di piedirosso e sciascinoso e profuma d’antico. Pompei vive anche con la vendemmia. Dodicesima edizione, si raccoglie l’uva nei vigneti della Regio I e II della città archeologica più famosa al mondo.
L’esperimento nasce nel 1994 su un’area limitata degli scavi. Si prova a far rinascere l’antico vino, che sicuramente i Pompeiani amavano bere ed esportare, se pur con qualche aggiunta irripetibile di miele e chissà altro.
Grazie agli studi di botanica applicata all’archeologia e alla collaborazione di una nota e prestigiosa azienda vitivinicola campana, l’esperimento è andato avanti, fino a diventare un must della visita agli scavi. Oggi i vigneti si estendono per circa un ettaro, divisi in dieci appezzamenti e presenti, per esempio, al Foro Boario, al Triclinio Estivo o all’Orto dei Fuggiaschi, per citarne alcuni.
Per avvicinarsi al vero e rendere onore all’antico nettare degli Dei è stata usata la metodologia di produzione di duemila anni fa. Nessuna nostalgia, semplicemente la ricostruzione archeologica di una sana bevuta pompeiana. Itinerario alternativo da consigliare, tra i grandi Rossi degli affreschi e quelli dei vini rinati dalle ceneri.

PRODOTTI TIPICI LOCALI

  • Aromi e Spezie
    Le Papaccelle sono il nome dialettale per definire un tipico peperoncino della tipologia topepo con frutti tondi rossi o verdi, con polpa dolce e spessa, che sono utilizzati per la conservazione sottaceto. Si coltivano anche tipologie piccanti. Questi frutti, posti sotto conserva, sono utilizzati in molte ricette tipiche campane.
  • Olio e Grassi
    l’olio denominato Penisola Sorrentina DOP è un condimento che viene prodotto in tutta la provincia napoletana. Dopo la raccolta, generalmente dagli inizi di ottobre fino alla metà di novembre, le olive sono lavorate nel frantoio integrale a ciclo continuo. E’ un olio dal colore verde con riflessi dorati e dal sapore decisamente acerbo, con sentori di carciofi e ginestre.
  • Frutta e Conserve
    Proprio quella mela annurca campana che può pregiarsi del marchio IGP e che in diverse zone della provincia di Benevento vanta una cospicua diffusione. Con questo pregiato e succoso prodotto contadino si possono realizzare pregiate marmellate oppure le si possono gustare anche al naturale.
  • Ortaggi e Conserve
    Il Cavolfiore gigante di Napoli è il re dei prodotti ortofrutticoli partenopei, si presenta con una infiorescenza bianca, compatta e rotonda, con pianta eretta , gambo medio. Ha una maturazione autunnale e viene usato nelle tipiche ricette natalizie come insalata di rinforzo Esistono anche tipologie a maturazione successive come gennarese , febbrarese , marzatico , aprilatico : l’infiorescenza, dapprima bianchissima, tende a ingiallire se il prodotto sovram atura.
  • Liquori ed Infusi
    Il fragolino, o rosolio di fragole, è un tipico liquore della provincia napoletana, si ottiene con la macerazione, in alcol, di fragoline fresche per circa 10 giorni. Poi questo sciroppo viene completato bollendolo con acqua e zucchero. Si imbottiglia e si conserva in luogo fresco e può essere consumato subito. Questo è un rosolio di colore rosso scuro, con gradazione alcolica intorno ai 35°.
  • Miele
    Uno dei mieli più caratteristici della provincia partenopea è il miele campano di girasoli: viene raccolto tra aprile ed ottobre. I melari sono raccolti manualmente, facendo uso di spazzole e affumicatori o con soffiatori di api. quando gli opercoli chiusi superano il 70%. Dopo l’estrazione il miele matura per tre o quattro settimane. Il prodotto è confezionato in contenitori di vetro e posto in commercio non oltre l’autunno dell’anno successivo a quello di raccolta.