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ALLA SCOPERTA DI ANTICHE SORGENTI

LE ANTICHE TERME DI CAVASCURA

Giornata terme - Recensioni su Antiche Terme Romane di Cavascura, Barano  d'Ischia - Tripadvisor

Le terme di Cavascura sono delle sorgenti naturali conosciute fin dal periodo della colonizzazione greca dell’isola d’Ischia ma fu nel periodo romano che esse conobbero un momento di grande splendore.

Si tratta di un bacino idrologico allo stato naturale scavato nella pietra viva di un vallone. A Cavascura è possibile rivivere le epoche antichissime perché essa conserva ancora le sue grotte, la sua piccola cascata, le sue sorgenti bollenti che continuano a venir giù dal monte ad una temperatura molto elevata. E’ situata a circa 300 metri dalla spiaggia dei Maronti e vi si accede seguendo un rivoletto di acqua calda che si apre su un piccolo letto tra le pareti tufacee della collina.

È una sala termale a cielo aperto, con ginestre, folti cespugli, alberi di castagno e querce, le cui foglie passano dal verde al violetto. Nel fondo della valle, dove finisce la parete tufacea gorgoglia la sorgente termale esalando i salutiferi vapori. Nella penombra riposante degli antri gli ospiti fanno il bagno in autentico contatto con la natura non mediato dall’intervento dell’uomo. C’è poi una doccia calda che viene giù dalla montagna come una cascatella e una sauna naturale scavata in una grotta di tufo.

In una grotta satura di vapori si praticano le antiche stufe, inalando esalazioni gassose che provengono direttamente dalla profondità del bacino idrotermale. Presso questa sorgente è nato un centro di benessere dove si possono fare fanghi, bagni e docce termali, sauna naturale e massaggi.

IL PERIODO GRECO ROMANO

Le Terme di Cavascura affondano le loro radici in un epoca in cui la Storia faceva tutt’uno con la Religione e la Natura. Infatti, già dal periodo della colonizzazione greca era vivissimo il culto per le fonti salutari, giacché gli Antichi attribuivano a queste acque un valore divino perché simbolo di vitalità e vigore inspiegabili. Anche negli scritti di Pindaro, Omero, Strabone e Plinio si possono trovare dei riferimenti a queste sorgenti; essi scrivevano che tutte le sorgenti appartenenti ai Comuni di Barano Serrara Fontana erano assiduamente frequentate da antiche popolazioni. Anticamente questa fonte veniva chiamata “Aratro”, forse perché aveva la virtù di raddrizzare e sollevare le persone con problemi di reumatismi, sciatiche e fratture. Infatti, per millenni gli uomini sono andati alle sorgenti termali per riattivare i meccanismi delle loro articolazioni ma anche della loro respirazione, ed infine per recuperare attraverso l’acqua termale, gli sbiaditi valori estetici. Il termine Cavascura deriva, infatti, da due parole greche “causos” e “coure” che stanno proprio a significare il “calore estremo” dell’acqua di queste sorgenti. Nel periodo Romano, la sorgente di Cavascura conobbe un grandissimo splendore. Lo stesso Cicerone ricordando il suo soggiorno nell’isola di Ischia parla della spiaggia dei maroniti “dove sotto la sabbia e in fondo al mare brucia il cuore di un vulcano e nella valle di Cava Scura scorre un’acqua bollente”. In un documento del Trecento, conservato attualmente presso la Biblioteca Angelica di Roma, il medico personale di Carlo D’AngiòGiovanni da Casamicciola scriveva che la fonte di Cavascura era “fonte di salute e giovinezza e utile in tutti i dolori delle membra e valevoli per la digestione”.

IL PERIODO ARAGONESE

In questo periodo i suddetti Bagni venivano frequentati dalla nobiltà angioina presente sul castello di Ischia Ponte. Il barone Marino Cossa, il governatore Cesare Sterlich e finanche il re Roberto D’Angiò si servirono delle miracolose acque. Con l’arrivo degli Aragonesi, i Bagni di Cavascura vennero valorizzati e raccomandati per i pazienti che avevano subito le fatiche di guerra. Re Alfonso I di Aragona volle sperimentare personalmente l’efficacia delle sorgenti e fece realizzare delle vasche in muratura e migliorò il piccolo sentiero che collegava la sorgente al mare. Grazie agli studi del medico Giovanni Elisio (1519) pubblicati in “Succinta instauratio de Balneis”, la fama delle nostre acque richiamò una moltitudine di infermi da ogni angolo del nostro Regno di Napoli. La famiglia d’Avalos diede maggiore impulso alle terme suscitando l’interesse della nobiltà napoletana. Arrivarono così Donna Maria d’AragonaGiulia Gonzaga e altre nobildonne attirate dalle decantate virtù ginecologiche delle acque. Un approfondito studio venne fatto nel 1588 dal grande medico calabrese Giulio Iasolino nella sua opera “De rimedi naturali…”. Egli scriveva: “ pretiosissima acqua utile a sanare la tosse e qualunque reuma del petto, rinforza le ossa rotte, emenda felicissimamente la sterilità, giova insomma a tutto il corpo…”

COME ARRIVARE ALLE TERME DI CAVASCURA

Per arrivare alle terme di Cavascura, ci sono diverse modalità: si può prendere il pullman, linea 5, fino ai maronti, per poi proseguire per un tratto a piedi fino alle terme. Un’altra via è Sant’Angelo, una volta arrivati li si prosegue per un tratto a piedi, oppure sia dai maronti che da Sant’Angelo si può prendere il taxi boat che vi porta direttamente davanti all’entrata delle Terme Di Cavascura.

LA SORGENTE DI OLMITELLO

Sorgente di Olmitello - Luoghi - Italian Botanical Heritage

Le acque della sorgente Olmitello sono note sin dall’antichità. A quei tempi erano considerate di “natura divina” per le loro proprietà terapeutiche.

La leggenda narra che Tifeo venne scagliato sotto il vulcano Epomeo, il monte più alto dell’Isola d’Ischia, dopo aver mostrato ribellione a Giove e, quindi, destato la sua ira. Tifeo, in punizione sotto il vulcano, lo scosse indispettito, piangendo dalla disperazione. Venere, Dea dell’amore nata dalla schiuma del mare, mossa a compassione da Tifeo, venne a consolarlo e trasformò le sue lacrime, bollenti per via del vulcano, nelle calde sorgenti naturali dell’isola d’Ischia, tra cui l’Olmitello.

In uno degli 80 libri della Storia romana, scritti in greco da Cassio Dione Cocceiano, si riprende un particolare passo della mitologia greca, in cui Enea conquistò la principessa Lavinia. In questo libro si narra che Enea sposò la principessa, nonostante quest’ultima fosse innamorata di Turno, proprio grazie a delle ampolle contenenti la preziosa acqua della sorgente di Olmitello. Questa versione della leggenda si discosta, quindi, da quella in cui Enea conquistò Lavinia dopo aver dichiarato guerra al di lei amato.

La fonte Olmitello costituisce il naturale prolungamento della sorgente di Nitrodi, anche se le sue acque sono più mineralizzate ed hanno un potere più diuretico.

La sorgente Olmitello si trova a sud d’Ischia, al centro della spiaggia dei Maronti, la più grande dell’isola. Qui si apre una valle, un angolo di paradiso, un’oasi naturale, dove scorrono delle preziose acque sorgive in una natura rigogliosa, tra silenzi da fiaba.

L’acqua sgorga sulle pareti di tufo e, se ci si bagna le mani, si avverte immediatamente una sensazione di pelle liscia. Assaporando l’acqua si avverte forte il suo gusto di magnesio e si intuisce la sua “durezza”.

Dalle acque della sorgente Olmitello venivano estratti, già ad inizio novecento, sali minerali impiegati per curare i problemi reumatici, il diabete, la gotta e i calcoli renali.

Per raggiungere la sorgente, ci sono due alternative: dalla spiaggia dei Maronti oppure dal Sant’Angelo con taxi boat.

Realizzato da

Antonella Buono

Emmanuel Trani

Terza Accoglienza Turistica B

Tutte le immagini e riprese utilizzate non hanno nessuno scopo promozionale ma esclusivamente didattico.

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